top of page

Case del futuro: gli obiettivi da inseguire

L'edificio del futuro sarà intelligente, ma soprattutto ad impatto (quasi) zero dal punto di vista energetico. E l'Italia, sul fronte dell'edilizia green, si sta muovendo lentamente rispetto alle normative internazionali. È notizia di una settimana fa lo slittamento al 2015, deciso per decreto (Milleproroghe, Dl 150/2013), dell'obbligo di provvedere attraverso fonti rinnovabili al 35% del fabbisogno termico degli edifici di nuova costruzione, oppure oggetto di profonda ristrutturazione.

In realtà l'obbligo delle rinnovabili, per il 20% del fabbisogno termico, è già in vigore da giugno 2012, come previsto dal decreto 28/2011, in attuazione della direttiva 2009/28/CE. Ma il Governo ha preferito posticipare l'introduzione di criteri più stringenti, previsti secondo step progressivi dal decreto originario: dal 2017 (per i titoli edilizi rilasciati da gennaio in poi) diventerà obbligatorio coprire con fonti alternative fino alla metà dei consumi termici e almeno 1 kilowatt ogni 50 metri quadri della potenza elettrica installata degli impianti.

«Questo provvedimento – ha affermato il presidente di assoRinnovabili, Re Rebaudengo – rappresenta l'ennesimo cambio in corsa delle regole a tutto svantaggio della generazione distribuita. Appare inconcepibile la scelta di rallentare un settore che ha dimostrato di essere una leva propulsiva per il comparto edilizio e più in generale per l'economia nel suo complesso». Alla levata di scudi del settore si affiancano poi le voci di chi, consapevole dell'assenza in Italia di una visione d'insieme sul tema dell'efficienza energetica nell'edilizia, invita a non fermarsi solo sulle rinnovabili: «I nostri edifici sono delle voragini – afferma Mario Zocatelli, presidente di Green Building Council Italia – e restano tali anche con il fotovoltaico sopra».Al centro del dibattito c'è la direttiva 2012/27/UE che impone a tutti i Paesi membri di incidere sul fabbisogno energetico, dotandosi entro aprile 2014 di un Piano nazionale per ridurre i consumi sull'esistente e promuovendo nuove costruzioni a impatto vicino allo zero entro il 2020.

«L'Europa ci offre diverse possibiltà – aggiunge Zocatelli – ma dobbiamo muoverci a decidere quali politiche adottare. Tutti i finanziamenti europei per il settore sono vincolati all'adozione di un Piano nazionale. Gli edifici vanno consierati nella loro unità e le misure da adottare devono puntare alla riduzione dei fabbisogni energetici».

Green building, ecco la tabella di marcia Ecco i prossimi obblighi per nuove costruzioni o edifici oggetto di ristrutturazioni rilevanti

  • Giugno 2012 – Da fonti rinnovabili il 20% del fabbisogno termico e 1 kw ogni 80 mq della potenza elettrica degli impianti

  • Aprile 2014 – Piano d'azione triennale per il recupero del patrimonio immobiliare esistente

  • Gennaio 2015 – Da fonti rinnovabili il 35% del fabbisogno termico e 1 kw ogni 65 mq della potenza elettrica degli impianti

  • Gennaio 2017 - Quota del 50% usi termici da fonti rinnovabili e 1 kw ogni 50 mq della potenza elettrica degli impianti

  • Gennaio 2018 – Tutti i nuovi edifici pubblici, compresi ospedali e scuole, dovranno essere a «energia quasi zero»

  • Gennaio 2020 - Tutti i nuovi edifici dovranno essere a «energia quasi zero»

Fonti: Decreto Rinnovabili 28/2011, in attuazione della direttiva 2009/28/CE; Milleproroghe (Dl n. 150/2013); Dl 63/2013, in attuazione della direttiva 2012/27/UE

Featured Posts
Post recenti
cerca per parole chiave
bottom of page