L'impianto fotovoltaico: come funziona e quanto risparmi?
Gli impianti solari sono un’ottima risorsa nella produzione di energia elettrica alternativa. Questi impianti funzionano grazie a dei moduli detti comunemente pannelli solari, che ci permettono di produrre energia elettrica con la sola irradiazione solare.

Come funzionano? I pannelli hanno una forma rettangolare e vengono prevalentemente installati sulle coperture, su campi spogli o su altre strutture che permettano il massimo assorbimento della radiazione. Essi sono composti da cristalli di silicio, detti celle, che vengono a loro volta collegati in serie-parallelo e montati in maniera opportuna così da costituire il modulo fotovoltaico. Per evitare delle perdite di disaccoppiamento elettrico è necessario che le celle di uno stesso modulo presentino caratteristiche elettriche simili tra loro. Le celle, prima di essere inserite nella cornice del modulo, vengono incapsulate in una lastra di vetro e una di plastica, passaggio molto importante per proteggere le celle, inoltre è necessario che sia trasparente per permettere il passaggio dei raggi ultravioletti, che abbia capacità autopulente e che consenta di mantenere la bassa temperatura delle celle. In via teorica la vita di una cella solare è infinita, perciò a determinare la durata del modulo è l’incapsulamento stesso che è di 25-30 anni. I moduli costituiscono la parte elementare dell’impianto fotovoltaico. Solitamente essi hanno una superficie di 0,5-2 m2 e prevedono 36 celle collegate in serie. I moduli a loro volta vengono collegati a un inverter che trasforma la corrente prodotta da corrente alternata a corrente continua che a sua volta viene collegato a un contatore.
La loro potenza va dai 50 ai 200 Wp (watt di picco) quando la radiazione solare è di 1000 W/m2, e una tensione di circa 17 V con corrente da 3 a 12 A. Nel sistema solare fotovoltaico i KW/p costituiscono i chilowatt di picco, ovvero la massima potenza che i moduli di un impianto possono raggiungere nell'assorbimento delle radiazioni solari, il che corrisponde alla condizione ottimale e a una situazione di massimo rendimento termico. Da non confondere con i KW, parametro dell'utenza elettrica.

Stipulando il contratto di riferimento con il gestore elettrico, è possibile inoltre vendere l’energia elettrica prodotta che non si utilizza. Solitamente vengono installati due contatori nell’abitazione: il primo calcola l'energia prodotta, il secondo conteggia i consumi energetici tramite un sistema di telelettura. L'energia venduta è la differenza tra l’energia prodotta e quella consumata. Oppure si può considerare lo “scambio sul posto”, ovvero il sistema con il quale si immette nella rete elettrica l'energia prodotta non immediatamente auto consumata, per poi prenderla indietro nel momento in cui se ne ha bisogno. Una sorta di serbatoio energetico. Un impianto fotovoltaico, per quanto riguarda il residenziale, può fornire, tra il risparmio in bolletta e lo scambio sul posto, un guadagno che va dai 450 e i 1200 euro all’anno. La sua installazione comporta una spesa di circa 6000 euro, ma nel caso di ristrutturazione edilizia si può accedere ad una detrazione del 50%.
Bisogna però far presente che un impianto fotovoltaico, vista la sua spesa per l’installazione, non conviene quando il consumo corrisponde a una spesa minore di 300 euro annui.
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